Fuori luogo
2018 | project for environmental installation | 1:1 scale plan | 150 m²
The threshold is what separates and at the same time unites what is beyond the visible, it is the meeting of the here and the elsewhere, of the closed and the open, of proximity and distance. In the installation, which is entrusted with the task of “inhabiting art”, in a literal as well as metaphorical sense, the spatial intimacy of the house moves far, far from its native seat. The structure of the domestic enclosure is emptied of any thickness, reducing itself to the flat representation of its own perimeter - the ancient “writing that measures around” - thus suggesting the breakthrough of the limit and the unfathomable, canceling the presence of things. This making boundaries crossable is basically making visible, at least in terms of extension, an experience that has never been explored in its entirety, hidden or trapped in the substance to which it belongs. Walking through the space, thus proposed, leads the steps and at the same time the gaze to a different reading of the place, almost as if it were an island, but destined to remain distant. The plan becomes physical and walkable, it turns out to be synonymous with an indelible imprint, a two-dimensional frame perfectly adhering to natural proportions. Reclaiming it gives meaning to a portion of the world. |
2018 | progetto per installazione ambientale | planimetria in scala 1:1 | 150 m²
La soglia è ciò che separa e allo stesso tempo unisce quel che è oltre il visibile, è incontro del qui e dell’altrove, del chiuso e dell’aperto, della prossimità e della lontananza. Nell’installazione, alla quale è affidato il compito di “abitare l’arte”, in senso letterale quanto metaforico, l’intimità spaziale della casa si trasferisce lontano, distante dalla sua sede nativa. La struttura del recinto domestico si svuota di ogni spessore, riducendosi alla rappresentazione in piano del suo stesso perimetro - l’antica “scrittura che misura attorno” - suggerendo così lo sfondamento del limite e dell’insondabile, annullando la presenza delle cose. Questo rendere varcabili i confini è in fondo un rendere visibile, almeno in termini di estensione, un vissuto mai esplorato nella sua interezza, nascosto o intrappolato nella sostanza a cui appartiene. Percorrere lo spazio, così riproposto, conduce i passi e insieme lo sguardo ad una diversa lettura del luogo, quasi fosse un’isola, ma destinata a restare distante. La planimetria diviene fisica e calpestabile, si rivela sinonimo di impronta indelebile, di cornice bidimensionale perfettamente aderente alle proporzioni naturali. Riappropriarsene dà senso ad una porzione di mondo. |