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PRIMA DELL'ALBA
2023 | 365 environmental scans | digital prints on Hahnemühle Photo Rag paper (9,5x6,5 cm each)
Prima dell’alba (Before Sunrise) is an appointment with light. Every day, at noon, for an entire year, Elena Grossi exposes the optical sensor of her scanner to the light of the sky for the same amount of time (8 seconds), at the exact moment when the sun reaches its maximum height above the horizon. The sensor, in this way, works like a sheet of sensitized photo paper that preserves, in its flatness, the poetic reflection of the changing skies, producing shifting panoramas that trace a geography of light. Time and light, here, work together in a calculated and calculable mode of production that combines conceptual thinking with a digital and personal chemistry, offering a specific response in a cameraless process. Of these “glass landscapes”, delicate and fragile like the material that guards them, what remains is the imprint - unique and unrepeatable - of unreachable and imponderable horizons, created by the air and in the air suspended, fixed, grasped. Not monochromes but iridescent surfaces that resonate with the whims of the weather suggesting every micro-variation: rain, a plane’s contrail, snowflakes, fog or clouds. A kind of diary of light, we could say, of ritual, but also an archive, a solar, thermal and meteorological calendar dictated by the progress of the scan that blends speed and distance, leaving the viewer seduced by the imperfection of authenticity. Impressions, therefore, meticulous albeit fleeting, of the en plein air space of the atmosphere, aware of their indelible permanence in the memory. The title of the project, which has intentionally remained unchanged, refers to its initial version, which envisaged carrying out each scan during the period of time in which the three phases of sunrise (astronomical, nautical and civil) occur. |
2023 | 365 scansioni ambientali | stampe digitali su carta Hahnemühle Photo Rag (9,5x6,5 cm ognuna)
Prima dell’alba è un appuntamento con la luce. Ogni giorno, a mezzogiorno, per un anno intero, Elena Grossi espone per lo stesso tempo (8 secondi) il sensore ottico del proprio scanner alla luce del cielo, nel momento esatto in cui il sole raggiunge la massima altezza sull’orizzonte. Il sensore, in questo modo, funziona come un foglio di carta fotografica sensibilizzata che conserva, nella sua piattezza, il riflesso poetico dei cieli che cambiano, producendo panorami mutevoli che tracciano una geografia della luce. Tempo e luce, qui, lavorano insieme in una modalità di produzione calcolata e calcolabile che unisce il pensiero concettuale a una chimica digitale e personale, offrendo una risposta specifica in un processo senza macchina fotografica. Di questi “paesaggi di vetro”, delicati e fragili come il materiale che li custodisce, resta l’impronta - unica e irripetibile - di orizzonti irraggiungibili e imponderabili, creati dall’aria e nell’aria sospesi, fissati, afferrati. Non monocromi ma superfici cangianti che entrano in risonanza con i capricci del tempo suggerendone ogni micro-variazione: la pioggia, la scia di un aereo, i fiocchi di neve, la nebbia o le nuvole. Una sorta di diario della luce, potremmo dire, di rituale, ma anche un archivio, un calendario solare, termico e meteorologico dettato dall’avanzare della scansione che fonde velocità e distanza lasciando lo spettatore sedotto dall’imperfezione dell’autenticità. Impressioni, dunque, meticolose seppur fugaci, dello spazio en plein air dell’atmosfera, consapevoli della loro permanenza indelebile nella memoria. Il titolo del progetto, rimasto volutamente invariato, fa riferimento alla sua versione iniziale che prevedeva di effettuare ogni scansione durante l’arco di tempo in cui si manifestano le tre fasi dell’alba (astronomica, nautica e civile). |